il prestatore d’opera, se conviene con il committente di prendere in consegna il bene per l’esecuzione della prestazione principale su di esso, assume, ai sensi degli articoli 2222 e 1177 c.c., anche l’obbligo accessorio di custodirlo fino alla riconsegna, pure in caso di deposito a titolo gratuito o di cortesia (ex plurimis, Cass. 18/09/2008, n. 23845, in fattispecie analoga; Cass. 30/09/2009, n. 20995, in riferimento a furto avvenuto in un cantiere edilizio, dopo la cessazione del rapporto principale di appalto)

Corte di Cassazione, Sezione 2 civile Ordinanza 11 gennaio 2018, n. 486
Integrale

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MATERA Lina – Presidente

Dott. D’ASCOLA Pasquale – Consigliere

Dott. FEDERICO Guido – Consigliere

Dott. PICARONI Elisa – rel. Consigliere

Dott. SCARPA Antonio – Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso 30055/2014 proposto da:

(OMISSIS), titolare dell’omonima Ditta individuale, domiciliato ex lege in ROMA, PIAZZA CAVOUR, presso la CANCELLERIA della CORTE DI CASSAZIONE, rappresentato e difeso dall’avvocato (OMISSIS);

– ricorrente –

contro

(OMISSIS) S.p.A., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliata in (OMISSIS), presso lo studio dell’avvocato (OMISSIS), che la rappresenta e difende unitamente agli avvocati (OMISSIS), (OMISSIS);

– controricorrente –

avverso la sentenza n. 45/2014 del TRIBUNALE di VERONA EX SEZIONE DIST. di LEGNAGO, depositata il 13/01/2014;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 21/09/2017 dal Consigliere Dott. ELISA PICARONI.

FATTI DI CAUSA

1. La Corte d’appello di Venezia, con ordinanza comunicata in via telematica in data 13 ottobre 2014, ha dichiarato inammissibile ex articoli 348 bis e ter c.p.c., il gravame proposto da (OMISSIS) avverso la sentenza del Tribunale di Verona – sezione distaccata di Legnago n. 45 del 2014, e nei confronti di (OMISSIS) s.p.a..

2. Il Tribunale aveva condannato il sig. (OMISSIS) a rifondere alla societa’ di assicurazioni l’importo di Euro 50 mila che la stessa aveva corrisposto alla propria assicurata (OMISSIS) s.r.l. per il furto dell’autovettura perpetrato mentre la stessa si trovava presso l’autolavaggio del sig. (OMISSIS).

3. Per la cassazione della sentenza del Tribunale ricorre (OMISSIS), sulla base di tre motivi. Resiste con controricorso (OMISSIS) spa.

RAGIONI DELLA DECISIONE

1. Il ricorso e’ infondato.

1.2. Con il primo motivo e’ denunciata violazione o falsa applicazione dell’articolo 2222 c.c., anche in relazione all’articolo 1766 c.c., e il ricorrente contesta di avere assunto l’onere di deposito e conseguente custodia del veicolo in oggetto. Come era emerso dalle dichiarazioni testimoniali, il veicolo era stato lasciato nel piazzale della stazione di lavaggio con le chiavi inserite nel quadro, e il conducente si era allontanato, sicche’ il ricorrente aveva provveduto al lavaggio e poi aveva spostato l’auto per proseguire il lavoro sugli altri veicoli. All’esito dell’operazione di lavaggio, il ricorrente aveva chiuso l’auto e riposto le chiavi nella cassetta apposita, cosi’ facendo tutto quanto era nelle sue possibilita’ per evitare il furto.

2. Con il secondo motivo e’ denunciata violazione dell’articolo 1117 c.c. (recte: articolo 1177 c.c.) assumendosi che, a fronte della natura accessoria dell’obbligo di custodia, il giudizio di responsabilita’ avrebbe dovuto essere effettuato sulla base dei principi generali della responsabilita’ per colpa, secondo il modello del buon padre di famiglia, con conseguente attenuazione del criterio di diligenza previsto specificamente per la responsabilita’ ex recepto dall’articolo 1177 c.c..

3. Con il terzo motivo e’ denunciata violazione e falsa applicazione degli articoli 1766 e 1771 c.c., sul rilievo che l’obbligo di custodire il veicolo doveva intendersi limitato al tempo necessario per l’esecuzione del lavaggio, giacche’ nessun accordo era stato raggiunto per il tempo successivo. Nella specie, il veicolo era stato lasciato presso la stazione di lavaggio alle ore 12.00 e il furto era avvenuto intorno alle ore 17.00, donde l’irragionevolezza della decisione del Tribunale, che imponeva al lavoratore autonomo di dotarsi di strumenti e/o personale in grado di custodire veicoli ben oltre il tempo necessario ad effettuare la prestazione offerta, senza alcuna proporzione sotto il profilo economico.

4. Le doglianze, che possono essere esaminate congiuntamente perche’ connesse, sono infondate.

4.1. Ferma la ricostruzione in fatto operata dal Tribunale, che non e’ contestata e che comunque non e’ sindacabile a fronte di censure prospettate per plurime violazioni di legge, la decisione impugnata ha fatto applicazione del principio ripetutamente affermato da questa Corte regolatrice, secondo cui il prestatore d’opera, se conviene con il committente di prendere in consegna il bene per l’esecuzione della prestazione principale su di esso, assume, ai sensi degli articoli 2222 e 1177 c.c., anche l’obbligo accessorio di custodirlo fino alla riconsegna, pure in caso di deposito a titolo gratuito o di cortesia (ex plurimis, Cass. 18/09/2008, n. 23845, in fattispecie analoga; Cass. 30/09/2009, n. 20995, in riferimento a furto avvenuto in un cantiere edilizio, dopo la cessazione del rapporto principale di appalto).

4.2. La diligenza richiesta al prestatore d’opera, di adottare le cautele necessarie alla custodia fino al momento della riconsegna, nel caso di specie si risolveva nel riporre le chiavi dell’auto in luogo non accessibile ad estranei, mentre il Tribunale ha accertato che le chiavi erano state riposte “in una cassettiera posizionata all’esterno dell’ufficio della ditta convenuta”.

5. Al rigetto del ricorso segue la condanna del ricorrente alle spese del giudizio di legittimita’, liquidate in dispositivo. Sussistono i presupposti per il raddoppio del contributo unificato.

P.Q.M.

La Corte rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese del giudizio di legittimita’, che liquida in complessivi Euro 2.700,00, di cui Euro 200,00 per esborsi, oltre spese generali e accessori di legge.

Ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, articolo 13, comma 1 quater, si da’ atto della sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso, a norma dello stesso articolo 13, comma 1 bis.

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Avv. Umberto Davide

Fare un ottimo lavoro: questo è il mio lavoro! Su tutte, è indubbiamente, la frase, che meglio mi rappresenta. Esercitare la professione di Avvocato, costituisce per me, al tempo stesso, motivo di orgoglio, nonchè costante occasione di crescita personale, in quanto stimola costantemente le mie capacità intellettuali. Essere efficiente, concreto e soprattutto pratico, nell’affrontare le sfide professionali, offrendo e garantendo, al tempo stesso, a tutti coloro che assisto, una soluzione adatta e soprattutto sostenibile, alle questioni che mi presentano e mi affidano, questo è il mio impegno.