nell’assicurazione sulla vita la designazione quale terzo beneficiario di persona non legata al designante da alcun vincolo di mantenimento o dipendenza economica deve presumersi, fino a prova contraria, compiuta a spirito di liberalita’, e costituisce una donazione indiretta. Ne consegue che e’ ad essa applicabile l’articolo 775 c.c., e se compiuta da incapace naturale e’ annullabile a prescindere dal pregiudizio che quest’ultimo possa averne risentito.

 

Per ulteriori approfondimenti in merito al contratto di assicurazione si cosiglia la lettura dei seguenti articoli:

Il contratto di assicurazione principi generali

L’assicurazione contro i danni e l’assicurazione per la responsabilità civile.

L’assicurazione sulla vita (c.d. Polizza vita)

Corte di Cassazione, Sezione 3 civile Sentenza 19 febbraio 2016, n. 3263

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SPIRITO Angelo – Presidente

Dott. SESTINI Danilo – rel. Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere

Dott. SCRIMA Antonietta – Consigliere

Dott. ESPOSITO Antonio Francesco – Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso 8431/2013 proposto da:

(OMISSIS) (OMISSIS) sia in proprio che in qualita’ di procuratore speciale di (OMISSIS), elettivamente domiciliato in (OMISSIS), presso lo studio dell’avvocato (OMISSIS), che lo rappresenta e difende unitamente all’avvocato (OMISSIS) giusta procura speciale a margine del ricorso;

– ricorrente –

contro

(OMISSIS), (OMISSIS), elettivamente domiciliati in (OMISSIS), presso lo studio dell’avvocato (OMISSIS), che li rappresenta e difende unitamente all’avvocato (OMISSIS) giusta procura speciale a margine del controricorso;

– controricorrenti –

e contro

(OMISSIS) SPA;

– intimata –

Nonche’ da:

(OMISSIS) S.P.A. in persona della Dott.ssa (OMISSIS), elettivamente domiciliata in (OMISSIS), presso lo studio dell’avvocato (OMISSIS), che la rappresenta e difende unitamente all’avvocato (OMISSIS) giusta procura speciale a margine del controricorso e ricorso incidentale;

– ricorrente incidentale –

contro

(OMISSIS) (OMISSIS), (OMISSIS);

– intimati –

avverso la sentenza n. 1526/2012 della CORTE D’APPELLO di TORINO, depositata il 26/09/2012, R.G.N. 1872/2010;

udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 02/12/2015 dal Consigliere Dott. DANILO SESTINI;

udito l’Avvocato (OMISSIS) per delega;

udito l’Avvocato (OMISSIS) per delega;

udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. BASILE Tommaso, che ha concluso per il rigetto di entrambi i ricorsi.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

(OMISSIS) e (OMISSIS), quali eredi di (OMISSIS), convennero in giudizio (OMISSIS) e (OMISSIS) nonche’ la (OMISSIS) s.p.a. chiedendo – fra l’altro e per quanto ancora interessa ai fini di causa – che il Tribunale dichiarasse l’annullamento, ex articolo 775 c.c., di quattro polizze sulla vita, che erano state stipulate dalla (OMISSIS) con la (OMISSIS) – per il tramite della (OMISSIS) – e che indicavano come beneficiari (OMISSIS) e (OMISSIS); sostennero, infatti, che le polizze erano state stipulate in epoca in cui la (OMISSIS) era priva della capacita’ di intendere e di volere in quanto affetta da morbo di Alzheimer.

I (OMISSIS) resistettero alla domanda e chiesero la condanna della (OMISSIS) al pagamento in loro favore delle somme di cui alle polizze.

La (OMISSIS) si costitui’ in giudizio dichiarandosi pronta a eseguire la prestazione in favore di chi fosse risultato averne diritto.

Il Tribunale di Torino rigetto’ la domanda, escludendo che potesse ravvisarsi una donazione indiretta nella designazione dei beneficiari della polizza e ritenendo che i contratti impugnati fossero soggetti all’azione generale di annullamento per incapacita’ naturale, di cui difettavano pero’ i presupposti; condanno’ pertanto la (OMISSIS) a pagare ai (OMISSIS) le somme dovute in forza delle polizze.

La Corte di Appello di Torino ha rigettato l’appello dei (OMISSIS), dichiarando interamente compensate le spese del grado.

Ricorre per cassazione il (OMISSIS), anche in nome e per conto della sorella (OMISSIS), affidandosi ad un unico motivo; resistono (OMISSIS) e (OMISSIS), nonche’ la (OMISSIS) s.p.a., che propone anche ricorso incidentale basato su un unico motivo.

Il (OMISSIS) e la (OMISSIS) hanno depositato memoria.

MOTIVI DELLA DECISIONE

1. La Corte di Appello ha richiamato i passaggi con cui il Tribunale aveva affermato che il contratto aveva una causa principale l’investimento del capitale – a cui si affiancava una finalita’ assicurativa in senso lato, prevedendosi l’erogazione della prestazione dovuta dalla compagnia a favore dei beneficiari che il contraente aveva indicato per il caso in cui, alla scadenza del vincolo contrattuale, egli non fosse stato piu’ in vita.

Cio’ premesso, ha osservato che “il rilievo preminente della causa giuridica costituito dall’investimento in favore della parte stipulante, cioe’ della (OMISSIS), e’ confermato dal fatto che la designazione dei beneficiari fu sospensivamente condizionata ad un evento-morte” che sarebbe divenuto rilevante “solo se la morte fosse sopravvenuta prima della scadenza di ciascun contratto”.

Tanto considerato, ha escluso che il contratto potesse qualificarsi a favore di terzo (“posto che il terzo avrebbe acquistato il diritto con la promittente compagnia non all’atto della stipulazione, ex articolo 1411 c.c., comma 2, ma solo alla verificazione della condizione sospensiva-morte, anteriore alla scadenza contrattuale”) ed ha sottolineato che “la peculiare struttura del contratto dimostra come non si potesse ab origine configurare alcuna donazione, diretta o indiretta che fosse, atteso che della donazione manca un elemento costitutivo essenziale, rappresentato dall’arricchimento attuale del terzo, ex articolo 769 c.c.”.

La Corte ha escluso anche la possibilita’ di configurare un nesso teleologico fra contratti, affermando che tale nesso postula che i contratti collegati siano coesistenti (mentre, nel caso, il contratto ex articolo 1920 c.c. sarebbe venuto ad esistenza solo al momento della verificazione della condizione sospensiva) ed ha concluso che “non si puo’ ritenere sussistente nel caso di specie alcuna donazione, neppure indiretta, aggredibile ex articolo 775 c.c.”.

2. Con l’unico motivo di ricorso, i (OMISSIS) deducono “violazione o falsa applicazione degli articoli 1411 e 775 c.c.”, assumendo che “la sentenza impugnata erra laddove sostiene che la designazione del terzo operata dalla (OMISSIS) nei quattro contratti assicurativi dalla stessa stipulati non integri la figura del contratto a favore di terzo”) e sostengono che l’espressione “salvo patto contrario” contenuta nell’articolo 1411 c.c., comma 2, “allude alla possibilita’ che fra promittente e stipulante si convenga che il terzo non acquisti il diritto per effetto della stipulazione, bensi’ in conseguenza del verificarsi di un avvenimento futuro e incerto, o allo scadere del termine”, cosicche’ e’ “ben possibile… che vi sia un contratto a favore di terzo… anche qualora il terzo non acquisti il diritto fin dal momento della stipulazione, bensi’ al verificarsi di una condizione sospensiva”, da individuarsi – nello specifico – nella morte della stipulante; evidenziano, dunque, che i terzi (OMISSIS) e (OMISSIS) “hanno acquistato il diritto di ricevere le prestazioni di cui ai contratti trasfusi nelle polizze… al momento della stipula dei contratti da parte della (OMISSIS)” in quanto “cio’ che e’ stato differito al verificarsi della condizione sospensiva e’ stata solo l’efficacia dell’attribuzione del diritto”.

Concludono, pertanto, che l’operazione “puo’ essere qualificata come atto complesso, in cui lo scopo voluto dal disponente si realizza tramite il collegamento negoziale tra il contratto assicurativo a carattere oneroso stipulato tra disponente e assicuratore e l’atto di designazione dei terzi beneficiari per il caso di morte, inteso come atto unilaterale recettizio sostenuto dallo spirito di liberalita’”: il tutto, non inquadrabile nello schema della donazione tipica (“stante la struttura trilaterale e la mancanza dello spostamento patrimoniale diretto tra disponente e beneficiario”), e’ “riconducibile, pacificamente, alla nozione di donazione indiretta”.

Censurano, inoltre, la sentenza nella parte in cui ha escluso la configurabilita’ di una donazione, diretta o indiretta, per difetto dell’arricchimento attuale del terzo ed evidenziano che il nostro ordinamento conosce figure di donazioni (quale la donazione obnuziale e quella a favore di nascituri) in cui l’arricchimento e’ sottoposto a condicio iuris (rispettivamente, il matrimonio e la nascita).

3. Il ricorso e’ fondato, per quanto di ragione.

La controversia verte sulla possibilita’ di qualificare come donazione indiretta, annullabile ex articolo 775 c.c., su istanza del donante e dei suoi eredi o aventi causa, alcune polizze a contenuto finanziario ed assicurativo in cui la (OMISSIS) aveva designato il (OMISSIS) e la (OMISSIS) quali beneficiari per il caso che fosse deceduta prima della scadenza dei contratti.

Tali contratti comportavano che, intervenuto il decesso della assicurata, l’indennizzo spettante ai sensi di polizza (costituente il risultato utile dell’investimento finanziario) venisse attribuito direttamente ai beneficiari designati, senza transitare attraverso l’asse ereditario e senza essere interessato dalle vicende successorie.

Tanto premesso, deve considerarsi che:

– secondo il pacifico orientamento di legittimita’, la donazione indiretta puo’ modi piu’ vari, essendo “caratterizzata dal fine perseguito di realizzare una liberalita’, e non gia’ dal mezzo, che puo’ essere il piu’ vario, nei limiti consentiti dall’ordinamento, ivi compresi piu’ negozi tra loro collegati” (Cass. n. 3134/2012, conforme a Cass. n. 5333/2004);

– nel caso in esame, non puo’ dubitarsi che i terzi abbiano acquistato, gia’ per effetto della designazione e ai sensi dell’articolo 1920 c.c., comma 3, un diritto proprio ai vantaggi dell’assicurazione e che, a seguito del decesso della (OMISSIS), tale diritto sia divenuto definitivo, comportando l’attribuzione al (OMISSIS) e alla (OMISSIS) delle somme risultanti dalle polizze;

– la circostanza che l’attribuzione patrimoniale fosse condizionata alla mancata revoca della designazione (possibile ex articolo 1921 c.c.) e al fatto che la (OMISSIS) decedesse prima della scadenza del contratto non vale a porre nel nulla il dato fondamentale – che la designazione compiuta all’atto della stipula delle polizze era idonea a comportare l’acquisto dei vantaggi economici dell’operazione, che si e’ poi puntualmente realizzato a seguito del decesso della (OMISSIS) (e in difetto di revoca della designazione).

Cio’ considerato e rilevato che non e’ emerso che la designazione sia stata determinata da ragioni diverse dallo spirito di liberalita’, deve concludersi che l’operazione e’ stata concepita come donazione indiretta a favore del (OMISSIS) e della (OMISSIS) e come tale si e’ poi concretizzata; tale conclusione e’ conforme al principio recentemente espresso da questa Corte in relazione ad analoghe polizze di assicurazione sulla vita a contenuto finanziario – secondo cui “nell’assicurazione sulla vita la designazione quale terzo beneficiario di persona non legata al designante da alcun vincolo di mantenimento o dipendenza economica deve presumersi, fino a prova contraria, compiuta a spirito di liberalita’, e costituisce una donazione indiretta. Ne consegue che e’ ad essa applicabile l’articolo 775 c.c., e se compiuta da incapace naturale e’ annullabile a prescindere dal pregiudizio che quest’ultimo possa averne risentito” (Cass. n. 7683/2015).

Deve peraltro precisarsi che il donatum originario era costituito dai premi versati all’assicuratore (cfr. Cass. n. 6528/2006), giacche’ – come rilevato dalla cit. Cass. n. 7683/2015 – il pagamento del premio ha integrato “il c.d. negozio-mezzo (l’assicurazione) utilizzato per conseguire il negozio-fine (la donazione)”, mentre il pagamento dell’indennizzo da parte dell’assicuratore ha costituito il risultato finale utile dell’operazione per il beneficiario.

4. Accolto pertanto il ricorso nei termini indicati, deve disporsi il rinvio alla Corte territoriale perche’ riesamini la vicenda alla luce dei principi sopra richiamati.

5. Il ricorso incidentale proposto dalla (OMISSIS), concernente la compensazione delle spese di lite, resta assorbito.

6. La Corte di rinvio provvedera’ anche sulle spese del presente giudizio.

P.Q.M.

la Corte accoglie il ricorso principale, dichiara assorbito l’incidentale, cassa e rinvia, anche per le spese di lite, alla Corte di Appello di Torino, in diversa composizione.

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Avv. Umberto Davide

Fare un ottimo lavoro: questo è il mio lavoro! Su tutte, è indubbiamente, la frase, che meglio mi rappresenta. Esercitare la professione di Avvocato, costituisce per me, al tempo stesso, motivo di orgoglio, nonchè costante occasione di crescita personale, in quanto stimola costantemente le mie capacità intellettuali. Essere efficiente, concreto e soprattutto pratico, nell’affrontare le sfide professionali, offrendo e garantendo, al tempo stesso, a tutti coloro che assisto, una soluzione adatta e soprattutto sostenibile, alle questioni che mi presentano e mi affidano, questo è il mio impegno.