in materia di disciplina della forma dei contratti bancari, il Decreto Legislativo 1 settembre 1993, n. 385, articolo 117, comma 2, stabilisce che il C.I.C.R. mediante apposite norme di rango secondario possa prevedere che particolari contratti, per motivate ragioni tecniche, siano stipulati in forma diversa da quella scritta. Ne discende che, in forza della delibera del C.I.C.R. del 4.3.2003, il contratto di apertura di credito, qualora risulti gia’ previsto e disciplinato da un contratto di conto corrente stipulato per iscritto, non deve, a sua volta, essere stipulato per iscritto a pena di nullita’.

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Corte di Cassazione, Sezione 1 civile Ordinanza 25 settembre 2017, n. 22278

Integrale

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello – Presidente

Dott. MERCOLINO Guido – Consigliere

Dott. NAZZICONE Loredana – Consigliere

Dott. DOLMETTA Aldo Angelo – rel. Consigliere

Dott. FRAULINI Paolo – est. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso iscritto al n. 9494/2012 R.G. proposto da:

(OMISSIS) S.P.A., rappresentata e difesa dagli avv.ti (OMISSIS) e (OMISSIS), con domicilio eletto presso lo studio di quest’ultimo in (OMISSIS), giusta procura per notaro (OMISSIS) di Roma del (OMISSIS) rep. N. (OMISSIS);

– ricorrente –

contro

CURATELA DEL FALLIMENTO DELLA SOCIETA’ (OMISSIS) S.P.A., rappresentata e difesa dall’avv. (OMISSIS), con domicilio eletto in (OMISSIS), presso lo studio dell’avv. (OMISSIS), giusta procura in calce al controricorso;

– controricorrente –

avverso il decreto del Tribunale di Palermo n. 1152/2012 depositato in data 8 marzo 2012.

Udita la relazione svolta nella Camera di Consiglio del 12 luglio 2017 dal Consigliere Dott. Aldo Angelo Dolmetta.

FATTI DI CAUSA

  1. Il Tribunale di Palermo ha rigettato l’opposizione allo stato passivo del FALLIMENTO DELLA SOCIETA’ (OMISSIS) S.P.A. proposta dalla (OMISSIS) S.P.A..
  2. A giudizio del Tribunale il credito vantato dalla banca e relativo al conto corrente anticipi n. (OMISSIS) non era dimostrato, in quanto non era stata dimostrata la sussistenza del rapporto negoziale, essendo stata omessa la produzione della lettera-contratto completa delle condizioni contrattuali; ne’ potevano ritenersi a tal fine utili gli estratti conto, in quanto il curatore assume la posizione di terzo rispetto al rapporto contrattuale assunto dalla societa’ in bonis. Nessun collegamento negoziale riteneva il Tribunale sussistere tra il conto antipi e il conto corrente di corrispondenza sottoscritto tra le parti n. (OMISSIS), avendo i due contratti una loro autonomia e comunque dovendosi rilevare la nullita’ del conto non sottoscritto per violazione dell’articolo 117 del T.U.B..
  3. Avverso tale decreto la (OMISSIS) S.P.A ricorre con quattro motivi resistiti dalla CURATELA DEL FALLIMENTO DELLA SOCIETA’ (OMISSIS) S.P.A. (OMISSIS) S.P.A. con controricorso.
  4. Le parti hanno depositato memorie ai sensi dell’articolo 380-bis cod. proc. civ., comma 1.

RAGIONI DELLA DECISIONE

  1. Il ricorso lamenta:

1.1. Primo motivo: “Violazione e falsa applicazione del Decreto Legislativo 1 settembre 1993, n. 385, articolo 117, comma 2, e della correlativa delibera, di rilievo normativo, emessa dal CICR il 4.3.2003. Omesso esame ed assoluta mancanza di motivazione, in ordine all’unica convenzione di c/c sottoscritta dalle parti (articolo 360 c.p.c., n. 3 e n. 4)” deducendo l’erroneita’ del decreto nella parte in cui ha omesso di indagare e conseguentemente di motivare sulla circostanza che, come si evinceva dal contro corrente di corrispondenza, le condizioni ivi pattuite erano valide per qualsivoglia altro rapporto che su di esso fosse regolato.

1.2. Secondo motivo: “Violazione e falsa applicazione dell’articolo 31, comma 1, L.F. (articolo 360 c.p.c., n. 3)” deducendo l’erroneita’ del decreto nella parte in cui ha affermato che il curatore fosse terzo rispetto al contratto di conto corrente di corrispondenza.

1.3. Terzo motivo: “Mancanza assoluta di motivazione e contraddittorieta’, con riferimento alla ricezione incondizionata di tutti gli estratti conto del conto n. (OMISSIS) e del loro contenuto, nonche’ delle concrete risultanze di essi e della loro coincidenza esatta con gli estratti conto contestati (articolo 360 c.p.c., n. 4 e n. 5)”.

1.4. Quarto motivo: “Violazione e falsa applicazione dell’articolo 99, comma 7, L. fall. e articolo 116 c.p.c. – Mancanza assoluta di motivazione sull’insussistenza di specifiche contestazioni del Fallimento, in ordine all’operazione di anticipazione dell’accredito dei relativi interessi nel corso di tre anni (articolo 360 c.p.c., n. 3, n. 4 e n. 5)”.

  1. Il ricorso e’ fondato, nei limiti delle considerazioni che seguono.

2.1 Questa Corte ha di recente affermato che in materia di disciplina della forma dei contratti bancari, il Decreto Legislativo 1 settembre 1993, n. 385, articolo 117, comma 2, stabilisce che il C.I.C.R. mediante apposite norme di rango secondario possa prevedere che particolari contratti, per motivate ragioni tecniche, siano stipulati in forma diversa da quella scritta. Ne discende che, in forza della delibera del C.I.C.R. del 4.3.2003, il contratto di apertura di credito, qualora risulti gia’ previsto e disciplinato da un contratto di conto corrente stipulato per iscritto, non deve, a sua volta, essere stipulato per iscritto a pena di nullita’ (Sez. 1 -, Sentenza n. 7763 del 27/03/2017). Il principio di diritto, cui va data continuita’, e’ che – fermo restando l’onere di forma scritta dei contratti bancari di cui all’articolo 117 T.U.B. – il requisito di forma possa ritenersi rispettato ogniqualvolta esista un contratto validamente sottoscritto le cui condizioni regolino anche quelle di un diverso contratto bancario che sul primo si innesti. Invero il rispetto della forma del contratto prevista dall’articolo 117, comma 2, T.U.B. non puo’ estendersi sino al punto di pretendere che ogni rapporto bancario debba essere contenuto in un autonomo contratto separatamente sottoscritto. E’ ben possibile che le parti stipulino un contratto per iscritto e in esso prevedano che alcune o tutte le condizioni in esso pattuite si applichino anche a futuri rapporti contrattuali che tra di esse vengano ad esistere. Applicando tali principi al caso di specie emerge il vizio di motivazione dell’impugnato decreto variamente denunciato con i primi tre motivi del ricorso. Invero la lettura delle condizioni del contratto di conto corrente di corrispondenza stipulato per iscritto e regolarmente sottoscritto dalle parti in data 26 maggio 2005, come trascritto a pag. 4-5 del ricorso, conduce a ritenere che l’affermazione del Tribunale che il collegamento negoziale tra tale contratto e il conto anticipi non fosse esistente e comunque fosse operante solo in via formale, sia una pura petizione di principio. A fronte del tenore letterale del contratto di conto corrente n. (OMISSIS) che espressamente prevede che le condizioni economiche e giuridiche in esso stipulate si applichino anche a future aperture di credito e ad ogni altro credito o sovvenzione comunque sotto qualsiasi forma concessi dalla banca al correntista, il decreto avrebbe dovuto motivare sulle ragioni per cui ha ritenuto di escludere l’applicazione del principio sopra citato. In particolare avrebbe dovuto indagare se si trattasse in realta’ non gia’ di due distinti contratti, bensi’ di un conto anticipi regolato in conto corrente, e comunque avrebbe dovuto spiegare la ragione per cui ha ritenuto che le condizioni contrattuali del conto corrente di corrispondenza, nonostante l’espressa pattuizione di applicazione a futuri altri contratti, non fossero applicabili al conto anticipi.

Tali adempimenti andranno svolti in fase di rinvio, di talche’ il quarto motivo di ricorso puo’ ritenersi assorbito.

P.Q.M.

La Corte accoglie il primo, secondo e terzo motivo di ricorso; dichiara assorbito il quarto motivo; cassa la sentenza impugnata e rinvia le parti innanzi al Tribunale di Palermo, in diversa composizione, che provvedera’ anche a regolare le spese della presente fase di legittimita’.

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Avv. Umberto Davide

Fare un ottimo lavoro: questo è il mio lavoro! Su tutte, è indubbiamente, la frase, che meglio mi rappresenta. Esercitare la professione di Avvocato, costituisce per me, al tempo stesso, motivo di orgoglio, nonchè costante occasione di crescita personale, in quanto stimola costantemente le mie capacità intellettuali. Essere efficiente, concreto e soprattutto pratico, nell’affrontare le sfide professionali, offrendo e garantendo, al tempo stesso, a tutti coloro che assisto, una soluzione adatta e soprattutto sostenibile, alle questioni che mi presentano e mi affidano, questo è il mio impegno.