Corte di Cassazione, Sezione 3 civile Ordinanza 23 giugno 2017, n. 15659

in caso di sinistro stradale causato da veicolo rimasto non identificato, l’omessa denuncia dell’accaduto all’autorita’ di polizia o inquirente non e’ sufficiente, in se’, a giustificare il rigetto della domanda di risarcimento proposta nei confronti dell’impresa designata dal Fondo di Garanzia per le vittime della strada

La pronuncia in oggetto affronta il tema della risarcibilità dei danni subiti in caso di sinistri straali ad opera del Fondo di garanzia delle Vittime della Strada, tema che può essere approfondito con la lettura del seguente articolo: la disciplina del Fondo di garanzia delle Vittime della Strada

Corte di Cassazione, Sezione 3 civile Ordinanza 23 giugno 2017, n. 15659

Integrale

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VIVALDI Roberta – Presidente

Dott. OLIVIERI Stefano – Consigliere

Dott. BARRECA Giuseppina Luciana – Consigliere

Dott. DELL’UTRI Marco – rel. Consigliere

Dott. MOSCARINI Anna – Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso 4839-2015 proposto da:

(OMISSIS), domiciliata ex lege in ROMA, presso la CANCELLERIA DELLA CORTE DI CASSAZIONE, rappresentata e difesa dagli avvocati (OMISSIS) giusta procura speciale a margine del ricorso;

– ricorrente –

contro

(OMISSIS) SCPA;

– intimata –

avverso la sentenza n. 10078/2014 del TRIBUNALE di NAPOLI, depositata il 03/07/2014;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 18/05/2017 dal Consigliere Dott. MARCO DELL’UTRI.

FATTO E DIRITTO

Rilevato che, con sentenza resa in data 3/7/2014, il Tribunale di Napoli, in parziale riforma della decisione del primo giudice, ha rigettato nel merito la domanda proposta da (OMISSIS) nei confronti della (OMISSIS) s.c. p.a., quale procuratrice della (OMISSIS) s.p.a., impresa designata per il Fondo di garanzia per le vittime della strada, diretta alla condanna di quest’ultima al risarcimento dei danni subiti a seguito di un sinistro stradale;

che, a sostegno della decisione assunta, il giudice d’appello – pur riformando la decisione del primo giudice, sul punto concernente la procedibilita’ della domanda della (OMISSIS) – ha ritenuto, nel merito, che l’attrice non avesse adeguatamente assolto ai doveri di diligenza indispensabili ai fini dell’identificazione del presunto responsabile del sinistro dedotto in giudizio, avendo solo tardivamente provveduto alla denuncia del fatto e avendo precedentemente omesso segnatamente all’atto del relativo ricovero ospedaliero per i necessari soccorsi – la segnalazione della riconducibilita’ del fatto a un conducente rimasto sconosciuto;

che, per effetto di tali premesse, il tribunale ha conseguentemente evidenziato l’insussistenza dei presupposti di fatto per l’accoglimento della domanda;

che, avverso la sentenza d’appello, (OMISSIS) propone ricorso per cassazione, sulla base di tre motivi d’impugnazione;

che nessun intimato ha svolto difese in questa sede;

considerato, che, con il primo motivo, la ricorrente censura la sentenza impugnata per omessa o apparente motivazione in violazione dell’articolo 132 c.p.c. (in relazione all’articolo 360 c.p.c., n. 4), per avere il giudice d’appello contraddittoriamente affermato, da un lato, la necessita’ della presentazione di una denuncia, dopo il sinistro, al fine di sollecitare l’indagine per l’identificazione dell’investitore e, dall’altro, la possibilita’ di comprovare la mancata identificazione del responsabile del sinistro anche solo per via testimoniale;

che, con il secondo motivo, la ricorrente censura la sentenza impugnata per violazione del Decreto Legislativo n. 209 del 2005, articolo 283, comma 1, lettera a), (in relazione all’articolo 360 c.p.c., n. 3), per avere il giudice d’appello erroneamente attribuito un valore decisivo, ai fini del rigetto della domanda, al difetto di diligenza della vittima nell’identificazione del responsabile del sinistro, atteso l’esclusivo rilievo della circostanza della riconducibilita’ del sinistro alla responsabilita’ di un veicolo rimasto non identificato, e per avere altresi’ ritenuto, in modo altrettanto erroneo, la tardivita’ della proposizione della querela, nonostante quest’ultima fosse stata comunque inoltrata prima della scadenza del termine previsto dal codice penale per la relativa proposizione;

che, con il terzo motivo, la ricorrente censura la sentenza impugnata per violazione degli articoli 2054 e 2697 c.c., e dell’articolo 115 c.p.c., nonche’ per insufficiente e contraddittoria motivazione (in relazione all’articolo 360 c.p.c., nn. 3 e 5), per avere il giudice d’appello erroneamente trascurato la considerazione della deposizione testimoniale resa nel corso del giudizio dal teste (OMISSIS), dalla quale erano emerse con chiarezza, tanto le occorrenze del sinistro, quanto la circostanza dell’impossibilita’ per la ricorrente di rilevare direttamente elementi utili per l’identificazione dell’investitore;

che tutti e tre i motivi – congiuntamente esaminabili in ragione dell’intima connessione delle questioni dedotte – sono infondati, quando non inammissibili;

che, infatti, secondo il consolidato insegnamento della giurisprudenza di legittimita’ (che questo Collegio condivide integralmente e fa proprio, ritenendo di doverne assicurare continuita’), in caso di sinistro stradale causato da veicolo rimasto non identificato, l’omessa denuncia dell’accaduto all’autorita’ di polizia o inquirente non e’ sufficiente, in se’, a giustificare il rigetto della domanda di risarcimento proposta nei confronti dell’impresa designata dal Fondo di Garanzia per le vittime della strada;

che, allo stesso modo, la presentazione di denuncia o querela contro ignoti non vale, in se’ stessa, a dimostrare che il sinistro sia senz’altro accaduto, potendo entrambe le suddette circostanze, al piu’, costituire meri indizi dell’effettivo avveramento del sinistro (Sez. 3, Sentenza n. 20066 del 02/09/2013, Rv. 627683 – 01; Sez. 3, Sentenza n. 18532 del 03/09/2007, Rv. 599825 – 01);

che, alla luce di tale orientamento, osserva il collegio come il giudice di appello – dopo aver espressamente escluso l’obbligo della vittima di compiere indagini volte all’identificazione dell’investitore, e che l’azione civile sia condizionata alla conclusione delle indagini penali -, nel conformarsi ai richiamati principi di diritto, abbia complessivamente orientato le linee argomentative della motivazione elaborata nel senso della ritenuta mancata acquisizione di prove idonee a dar conto, in termini chiari ed univoci, dell’effettiva attribuibilita’ del sinistro denunciato dall’attrice al fatto di un veicolo rimasto non identificato;

che, in particolare, le evidenziate circostanze costituite dalla tardivita’ nella presentazione della denuncia da parte della danneggiata, e quella relativa all’omessa segnalazione, all’atto del relativo ricovero ospedaliero per i necessari soccorsi, della riconducibilita’ del fatto a un conducente rimasto sconosciuto, devono ritenersi tali da aver assunto, nel discorso del giudice a quo, il carattere di specifici elementi di valutazione istruttoria idonei a convincere dell’effettiva inattendibilita’ obiettiva della prospettata ipotesi di verificazione dei fatti secondo la versione fornita dalla ricorrente a fondamento dell’istanza risarcitoria originariamente avanzata;

che, cio’ posto, le censure critiche avanzate dalla ricorrente avverso la motivazione dettata dal giudice d’appello devono ritenersi del tutto destituite di fondamento, dovendo, da un lato, escludersi che il tribunale abbia disatteso la domanda risarcitoria della (OMISSIS) sul mero presupposto (in se’) dell’asserita negligenza della danneggiata nell’identificazione del responsabile del fatto (avendo piuttosto inserito, la considerazione di tale circostanza, tra le altre, in un quadro integrato di valutazione istruttoria complessivamente orientata alla ricostruzione dei fatti rilevanti ai fini dell’esame della fondatezza della domanda) e, dall’altro, apparendo le doglianze dell’odierna ricorrente unicamente destinate a sollecitare questa Corte al compimento di una rivalutazione, o di una rilettura, nel merito, degli elementi istruttori complessivamente acquisiti nel corso del giudizio, secondo i termini di un’impostazione critica inammissibile in sede di legittimita’, siccome estranea alle competenze istituzionali della Corte di cassazione;

che, sulla base di tali argomentazioni, dev’essere pronunciato il rigetto del ricorso, cui non segue l’adozione di alcuna statuizione, in ordine alla regolazione delle spese del giudizio di legittimita’, non avendo alcun intimato svolto difese in questa sede.

P.Q.M.

Rigetta il ricorso.

Nulla sulle spese.

Ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, articolo 13, comma 1-quater da’ atto della sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte della ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso, a norma dello stesso articolo 13, articolo 1-bis.

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Avv. Umberto Davide

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